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Giulio Tarro

Tarro: “Green pass illogico e antiscientifico. In Italia gestione fallimentare dell’emergenza”.

Impossibile raggiungere l’immunità di gregge, il green pass è illogico e anti-scientifico perchè i vaccinati possono contagiarsi e contagiare, assurdo vaccinare i bambini per proteggere i nonni e vietare ai medici di curare in scienza e coscienza con medicinali alternativi alla tachipirina.

Questi alcuni dei punti emersi dalla mia intervista al Professor Giulio Tarro, virologo di fama internazionale, allievo di Albert Sabin (il padre del vaccino contro la poliomielite).

-Prof. Tarro, si parla tanto di immunità di gregge: si raggiungerà mai? 

Anche se in Italia si arrivasse a vaccinare il 90% della popolazione e se non sorgessero nuove varianti, il sogno dell’immunità di gregge resterebbe tale. Peraltro tale posizione è sostenuta negli Stati Uniti da 100 virologi, immunologi e ricercatori di malattie infettive intervistati dalla rivista Nature.

Covid: I giornali danno dati allarmanti tutti i giorni, il governo minaccia chi non si vuole vaccinare. Siamo veramente in situazione di emergenza? 

I vaccini non ci mettono al riparo dal contagio ma ci tutelano comunque dall’aggressività del virus. Allora dovremmo chiudere tutto anche per prevenire l’influenza! Per questo ritengo del tutto illogica e antiscientifica l’imposizione del green pass nel momento stesso in cui il vaccino non impedisce il contagio, e anzi paradossalmente potrebbe veicolarlo ancora di più dietro la sicurezza di un’immunità che non c’è.

Dobbiamo vivere tranquilli senza incubi e restrizioni di sorta, indossando la mascherina se si è contagiati o si lavora negli ospedali, nelle case di cura, nei luoghi a rischio dove è più probabile contagiarsi e contagiare. Ma anche sull’uso della mascherina andiamoci cauti, specie per i bambini che stanno diventando tutti degli autistici funzionali avendo la corteccia cerebrale in fase di evoluzione. La stessa Oms vieta l’imposizione degli strumenti di protezione individuale sui più piccoli. Se all’inizio il Covid non si conosceva e quindi era doveroso proteggersi in ogni modo, adesso che conosciamo la malattia, ci siamo vaccinati, sappiamo pure che ci sono le terapie precoci.

AIFA ha approvato la vaccinazione per la fascia 5-11 anni. Ma alcuni medici frenano, non ci sono abbastanza studi ed evidenze scientifiche e si potrebbero verificare danni irreparabili. Che ne pensa?

Per i bambini e gli adolescenti il rischio di contagio è ormai azzerato. Assurdo sostenere che i bambini debbano ricevere il siero per impedire di contagiare nonni vaccinati!

Green pass e obbligo vaccinale: misura sanitaria o politica? 

L’obbligo vaccinale non ha senso se paragonato all’impegno dimostrato in Inghilterra dove sono stati favoriti dall’8 dicembre 2020 gli anziani sopra gli 80 anni e i cosiddetti soggetti “fragili”, con enorme successo della popolazione vaccinata non soltanto con i nuovi vaccini a RNA messaggero, ma anche con i vaccini vettori con adenovirus tipo AstraZeneca, che è l’unica multinazionale ad avere pubblicato i dati clinici di fase tre su una rivista scientifica come Lancet. Il vero “vantaggio” dei vaccini a terapia genica rispetto a quelli “classici”, non è sanitario, bensì di business

La terza dose è necessaria? 

Uno studio del Centro Malattie Contagiose di Atlanta evidenzia come siano sufficienti due sole dosi e la terza sia inutile. Posizione che a livello politico però non si vuole accettare. In più non bisogna dimenticare che chi ha già avuto il Covid è di fatto protetto a livello cellulare meglio dei vaccinati ed ha già una risposta immunologica efficace. Basti pensare che i soggetti che ebbero la prima Sars nel 2002/2003 sono risultati protetti anche dal coronavirus che circola adesso.

I nuovi vaccini possono essere modulati sulle varianti, va riservata la terza dose a pazienti fragili, over 60 e ad altre categorie a rischio, come soggetti immunodeficitari.

Per il Governatore Luca Zaia ci troviamo di fronte a una pandemia dei non vaccinati: è proprio così? 

I vaccini, che sono ancora sperimentali tecnicamente parlando, non pretendono di prevenire le infezioni anche sintomatiche del COVID-19 o di essere efficaci per più di un anno. Anche secondo il responsabile medico ufficiale del Regno Unito Van-Tam, i soggetti vaccinati possono diffondere il virus e debbono pertanto continuare a seguire le regole previste per i non vaccinati.

-Il vaccino protegge dagli effetti gravi della malattia, eppure molti sono i casi di vaccinati con due dosi deceduti. Come mai?

Le persone colpite da neoplasia in trattamento attivo, ad esempio, non solo presentano maggiore probabilità di sviluppare la malattia in modo grave, ma anche di continuare a diffondere il virus perché il sistema immune è più lento a produrre anticorpi protettivi. In una lettera inviata al presidente degli Stati Uniti Joe Biden ben 130 organizzazioni e centri oncologici hanno chiesto l’accesso prioritario dei pazienti neoplastici nei riguardi della somministrazione vaccinale.

Effetti avversi, perchè se ne parla poco e non si segnalano. Sul sito americano VAERS sono numerosi. Cosa succede in Italia? Molte persone negano l’esistenza degli effetti avversi. Ci sono oppure no? 

Dall’estrapolazione dei dati, emerge come i preparati vaccinali COVID-19 rappresentano il 50% di tutte le segnalazioni di decesso in 30 anni di esistenza del database VAERS; valori ricavati dopo solo 9 mesi circa dal loro utilizzo nella popolazione. 

Il centro statunitense per il controllo delle malattie (CDC) dichiara che ci sono almeno 271 morti e 9.845 reazioni avverse dopo la vaccinazione. Più di 25 milioni di americani hanno ricevuto il vaccino di Pfizer BioNtech o di Moderna che sono stati autorizzati per uso emergenziale dopo meno di un anno di sperimentazione. 

I dati AIFA al 26 settembre 2021 riportano 608 casi fatali dopo la somministrazione del vaccino, rispettivamente 391 per Pfizer, 96 per Moderna, 98 per AstraZeneca e 23 per Johnson e Johnson, che in tasso per 1×105 di dosi somministrate sono rispettivamente 0,72 in totale (0,65 Pfizer, 0,91 Moderna, 0,81 AstraZeneca e 1,56 Janssen).

Perchè scienziati rinomati come lei e Montagnier vengono messi a tacere e ridicolizzati? Montagnier ha detto in tempi non sospetti che non si vaccina mai in piena pandemia, pena la nascita di varianti, e che i vaccini sono inefficaci e pericolosi. Cosa ne pensa?

Dal momento che si è creata una sorta di dissociazione tra il premio Nobel Luc Montagnier e il sottoscritto da una parte e gli esperiti della sanità del governo e quelli chiamati in tv dall’altra, è bene chiarire che la gestione italiana dell’epidemia da coronavirus da parte del comitato tecnico scientifico (CTS) è stato un fallimento secondo un editoriale della prestigiosa rivista inglese NATURE come riportato nella prima decade di marzo 2021. Siamo arrivati a un tasso di letalità che, ripeto, è legato alla cattiva gestione dell’emergenza, a cure sbagliate, a posti di terapia intensiva tagliati negli anni scorsi.

Il sottoscritto, allievo di Albert Sabin e rappresentante delle sue figlie Debbie and Amy, ha risolto il colera e il così detto “male oscuro da virus respiratorio sinciziale” a Napoli, le epidemie influenzali Aviaria e Suina dell’ultimo ventennio in Campania, ha sempre indicato una diversa linea prospettica dell’attuale epidemia da COVID-19 sulla falsariga cinese, inglese e svedese. Infine il problema non sono i vaccini che pure una qualche, temporanea, protezione dalla malattia virale dovrebbero garantirla. Il problema è stata una gestione dell’emergenza fallimentare e ora tutta finalizzata all’arrivo messianico dei vaccini che oggi, fidandosi ciecamente degli annunci pubblicitari delle case farmaceutiche, si vorrebbe imporre, addirittura a tutta la popolazione. Sono state così trascurate altre misure che avrebbero potuto permetterci di convivere con il virus Sars-Cov-2 il quale – è opportuno ribadirlo – è asintomatico nel 90-95% dei casi e, anche quando colpisce gli anziani, può essere affrontato con tempestive ed efficaci cure.

L’AIFA è sotto inchiesta per danno erariale da parte della Corte dei Conti per aver rifiutato la fornitura gratuita di monoclonali dagli Stati Uniti: perché non si impiegano i monoclonali e si continua ad usare un protocollo domiciliare obsoleto?

Gli anticorpi monoclonali sono efficaci nel neutralizzare l’infezione da COVID-19, anche in questo campo l’Italia sanitaria non è stata all’altezza della situazione sul loro impiego legato a burocrazia e inefficienza come si era già visto per l’utilizzo della sieroterapia.

La Food and Drug Amministration (FDA) ha concesso l’autorizzazione all’uso di emergenza dell’anticorpo monoclonale IgG1 neutralizzante della Lilly (Bamlanirimab) in fase sperimentale per il trattamento della COVID-19 in pazienti di età superiore a 12 anni. Il meccanismo di azione consiste nel legarsi alla proteina spike del SARS-CoV2, sbloccando nell’adesione al recettore umano ACE2.

La FDA ha rilasciato l’autorizzazione all’uso di emergenza degli anticorpi monoclonali di Regeneron, Casilirimab e Idevimab da somministrare come il Bamlanirimab con lo stesso meccanismo

Cosa pensa del modello inglese e svedese?

Gli inglesi hanno azzerato i tassi di mortalità, checché se ne dica, perché hanno iniziato prima la campagna vaccinale. Il premier Boris Johnson ha smentito l’allarmismo nostrano e anche i corrispondenti da Londra.

In Svezia, dove nessuno ha portato le mascherine e non si è chiusa mai neanche un’attività, il tasso di letalità è stato molto più basso che da noi. Tenga conto che noi a marzo di quest’anno viaggiavamo ancora nell’ordine dei 500 morti al giorno, in larga parte anziani, perché invece di privilegiare nelle vaccinazioni i soggetti più fragili, siamo andati a vaccinare gente di trent’anni. Tralasciando il fatto che siamo pure partiti in fortissimo ritardo. Poi è arrivato Draghi e fortunatamente è cambiata questa politica scellerata. Al punto che oggi i morti sono al massimo trenta al giorno. E sono sempre tanti, perché se non avessimo perso tempo prima, forse oggi non ne avremmo più neanche uno.

-Ma di Covid si muore veramente o ci si può curare?

Hanno ragione i medici di base che in scienza e coscienza hanno il diritto e il dovere di prescrivere i farmaci che considerano appropriati. Ritengo gravemente lesivo della professione medica il divieto imposto da Ministero e Aifa, mettendo in dubbio la capacità stessa dei medici di saper decidere cosa è più o meno giusto per un paziente. Anzi, a mio giudizio se abbiamo avuto più morti per Covid degli altri Paesi europei, è dipeso anche dall’assurda decisione di imporre l’obbligo della vigile attesa e la sola somministrazione della tachipirina. Qualsiasi tipo di malattia deve essere curata nella fase precoce con i farmaci che sono ritenuti dai medici più utili ed efficaci. Vietare ad un medico di prescrivere farmaci va contro i principi basilari della medicina. Anzi, mi stupisco che su questa questione non intervenga la magistratura perché a mio giudizio, nell’impedire al medico di base di svolgere il suo dovere, si ravviserebbe anche una responsabilità di tipo penale.

Cosa pensa del clima di odio che si è creato in Italia da parte dei vaccinati nei confronti dei non vaccinati? Una situazione che non esiste in Paesi come Spagna, Svezia, Inghilterra….

A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca amava ripetere un noto politico. E io a costo di fare peccato voglio pensar male. E penso che tutto ciò rientri in una precisa strategia dell’emergenza rivolta a favorire la campagna vaccinale a scapito dell’approccio terapeutico. In poche parole, se si accetta che il Covid è curabile anche con una terapia farmacologica nella fase precoce, crollerebbe tutta la narrazione emergenziale circa la necessità di vaccinarsi come unica via d’uscita dall’epidemia. Forse sarò complottista, ma non vedo altre spiegazioni.

Si parla di vaccini in arrivo “a virus inattivato” (come il Valneva), quindi meno “pericolosi” dei vaccini attuali a RNA messaggero. Ma come è possibile che siano vaccini a virus inattivato se il virus non è mai stato isolato? E saranno effettivamente più sicuri?

Ripercorriamo brevemente le tappe salienti della pandemia da Covid-19: Il virus è stato isolato una settimana dopo l’annuncio dell’infezione virale da parte dell’OMS e con esso sono state isolate le varianti virali. Il giorno seguente i colleghi cinesi l’hanno comunicato agli americani del CDC (Contagious Desease Centre) di Atlanta. Il giorno successivo gli Americani avevano sequenziato il genoma virale. La settimana seguente la stessa sequenza genetica è stata isolata in Australia dal paziente-zero, il virus replicato e fotografato al microscopio elettronico. Un paio di giorni dopo i colleghi dell’Università di Berlino hanno messo a punto un test diagnostico secondo le direttive dell’OMS. (articolo “Wuhan coronavirus successfully grown in cell culture in Australia. The Royal Melbourne Hospital , 30 January 2020”. Link https://www.cybermednews.eu/attachments/article/71094/Doc08.pdf)

L’ultimo vaccino è rappresentato dalla somministrazione di proteine ricombinanti per la produzione della  spike ed adiuvanti da parte della Novavax (USA). Se ne sta già occupando l’EMA e quindi passerà all’AIFA per la sua distribuzione.

Con questo vaccino non viene iniettata la spike, ma l’informazione per la produzione dell’anticorpo specifico.